Bilancio 2026: aumento delle spese militari in linea con il riarmo europeo e gli obiettivi NATO

Incontro on line sabato 25 ottobre - inizio ore 18:00
pagina web per info: https://zibaldoneecopacifista.webnode.it/l/spesedifesaper2026/
link per partecipare su Zoom:
https://us06web.zoom.us/j/83755132166?pwd=FRbQGsaqOcgv6FoJFZzCNsRsCyFSpB.1
NONVIOLENZA O NON ESISTENZA
DALLA "PRONTEZZA PER LA GUERRA" ALLA PACE DISARMATA, IN OPPOSIZIONE AI PIANI UE E ALLA LEGGE DI BILANCIO
La discussione del tema della nuova difesa in Italia per la "prontezza alla guerra" è imminente, ed è strettamente collegata a come l'Europa si rapporta al problema centrale del conflitto in corso in Ucraina.
Il Consiglio dei Ministri ha già approvato il Ddl di Bilancio 2026. L'approvazione finale della legge è attesa entro il 31 dicembre.
A ridosso del Consiglio Europeo del 23-24 ottobre, il 22 ottobre, la premier Meloni ha svolto le sue comunicazioni sia alla Camera che al Senato.
Il Consiglio europeo a Bruxelles, questa volta di una certa importanza, discuterà proprio di Difesa, indicandone la direzione con una "tabella di marcia" presentata dalla Commissione europea, common procurement e protezione dei confini (Est e Sud).
I principali programmi militari sono di scudo spaziale, di muro antidroni e di difesa antimissilistica.
L'incontro tra Trump e Putin a Budapest è saltato ed è comunque annunciato, da parte europea, un piano di 12 punti per porre fine alla guerra in Ucraina, lungo la linea attuale del fronte. Partecipa al Consiglio europeo anche l'ucraino Zelensky.
Ci riuniamo sabato il 25 ottobre, alle ore 18.00, per fare il bilancio del Consiglio UE ed in concomitanza del corteo sulla Finanziaria che la CGIL ha indetto al posto dello sciopero generale.
Si potrebbe dire che, da parte del sindacato di Landini, alla rincorsa di USB, CUB e altri sindacati di base, ci si mobilita, entusiasmati dalle "Flottille", per questioni internazionali su cui si ha un peso molto relativo, mentre si diserta la responsabilità di organizzare, anche a beneficio degli oppressi globali, la vera "resistenza" contro la trasformazione del welfare in warfare, la militarizzazione di società e cultura postulata dal boom delle spese militari, 5% del PIL dettato dalla NATO e + 800 miliardi di investimenti programmati dalla UE.
Per sparare delle cifre che danno l'idea della situazione, nel 2025 il governo Meloni ha destinato 45 miliardi di euro alle spese militari, e punta a 146 miliardi entro il 2035: più di quanto si spende oggi per la sanità pubblica (137 miliardi).
I Disarmisti Esigenti convocano questo incontro urgente a fronte della crescente minaccia di umanicidi e genocidi, sia quelli già attuati nelle sanguinose guerre locali, sia quello potenziale e planetario derivante dal rischio concreto di una guerra nucleare, che le suddette guerre locali, se si aggravano e generalizzano, possono innescare.
Invitiamo tutti coloro che, al di là delle sigle, vogliono rafforzare il polo nonviolento – oggi drammaticamente marginale nel dibattito pacifista italiano e forse globale – a unirsi a noi per valorizzare e praticare il metodo rivoluzionario del disarmo unilaterale, di armi, soldati, soldi.
Non c'è tempo per ambiguità o mezze misure nel punto di svolta che stiamo attraversando, stante il sonnambulismo delle élites che danzano sull'orlo del baratro e rischiano di precipitarci giù.
Vogliamo essere chiari riguardo la nostra posizione etica e politica.
Rifiutiamo ogni forma di sostegno, anche implicito o indiretto, a coloro che alimentano il riarmo, l'escalation bellica e l'oppressione di esseri umani e ecosistemi naturali.
Allo stesso modo, non possiamo accettare, nel nostro progetto, e quindi nel nostro incontro, con finalità di aggregazione organizzativa per decisioni politiche precise, la partecipazione di chi, pur dichiarandosi pacifista, si astiene dal condannare pubblicamente:
- L'insistenza ucraina nel ricercare soluzioni che portano all'escalation militare.
- L'oppressione e la violenza subita dal popolo palestinese, sia da parte dello Stato di Israele, con il suo governo criminale, che di gruppi terroristici come Hamas.
L'unica urgenza è unire le forze per un'azione concreta che promuova la pace disarmata e disarmante (copy right Papa Leone).
Questo orizzonte comporta, nell'omogeneità mezzi-fini, denuclearizzazione sia militare che "civile", obiezioni di coscienza, conversione ecologica, valorizzazione di beni comuni e pubblici, redistribuzione del reddito.
Pensiamo ci concentarci sulla Campagna ICAN (abolizione giuridica delle armi nucleari) collegata al NFU (Non primo uso delle stesse), su Helsinki 2, sulla opposizioni ai nuovi euromissili, sulla liberazione del Medio Oriente dalle armi di sterminio di massa.
Come ci ha ricordato Martin Luther King Jr.: "Oggi, la scelta non è più tra la violenza e la nonviolenza. È tra la nonviolenza e la non esistenza."
Il Bilancio 2026 e l'allineamento italiano a UE e NATO - dossier a cura di Alfonso Navarra, coordinatore dei Disarmisti esigenti

La Legge di Bilancio 2026 italiana riflette pienamente la logica di una corsa al riarmo, alla militarizzazione, alla guerra, mostrando coerenza con gli impegni assunti con il Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) e con le indicazioni UE.
I Punti Chiave della Spesa per la Difesa
- Aumento significativo: per il 2026 è previsto un aumento di circa 3,5 miliardi di euro per la difesa (+0,15% del PIL), che si inquadra in un piano pluriennale che vede un incremento complessivo di circa 12 miliardi nel triennio 2026-2028.
- Focus tecnologico: Le risorse sono destinate all'ammodernamento dello strumento militare, con investimenti mirati su: Cyber, Spazio, Intelligenza Artificiale (AI), Ipersonica e Quantistica. Questo rispecchia le priorità della Bussola Strategica (Strategic Compass) europea.
- Prospettiva a lungo termine: Il piano guarda ai prossimi 15 anni con stanziamenti che superano i 130 miliardi di euro per l'acquisizione di sistemi d'arma e il potenziamento dell'industria.
Armonizzazione con l'Europa 🇪🇺
L'Italia si allinea all'UE e agli obiettivi della NATO attraverso:
Ambito di Allineamento
Obiettivo Operativo
Coerenza Finanziaria
L'Italia mira a rientrare nel deficit sotto il 3% del PIL per il 2026, una condizione per poter in seguito richiedere all'UE la clausola di salvaguardia che escluderebbe gli investimenti strategici per la difesa dai calcoli del disavanzo.
Cooperazione UE
L'aumento degli investimenti mira a facilitare l'accesso e l'uso di fondi europei come il Fondo Europeo per la Difesa (EDF) e a favorire iniziative di acquisto comune (common procurement), generando economie di scala.
Rafforzamento Industriale
Gli investimenti, anche tramite il MIMIT, puntano a consolidare la base tecnologica e industriale di difesa europea (EDTIB), rendendo l'industria italiana un pilastro della difesa comune.
Il Calendario Istituzionale
La discussione di questi temi è imminente:
- Il Consiglio dei Ministri ha già approvato il Ddl di Bilancio 2026.
- L'esame in Senato (Prima Discussione in Aula) è previsto per mercoledì 22 ottobre 2025, a ridosso del Consiglio Europeo del 23-24 ottobre che discuterà proprio di Difesa, procurement e protezione dei confini (Est e Sud). L'approvazione finale è attesa entro il 31 dicembre.
Nota Importante:
Le cifre relative alle spese militari possono variare significativamente a seconda di cosa viene incluso nel calcolo. Ad esempio, la NATO ha un proprio metodo di calcolo che può differire da quello del Ministero della Difesa italiano o dalle analisi degli osservatori, specialmente nell'includere o meno le spese per Carabinieri, Guardia di Finanza con compiti non militari, pensioni del personale militare, ecc. Le proiezioni a lungo termine (come quelle al 2035) sono scenari di previsione e non sono cifre approvate in Legge di Bilancio.
Aumento della spesa militare previsto dal Governo nel DPFP
IL DPFP per il triennio 2026-2028, approvato il 2 ottobre dal Consiglio dei Ministri, manifesta l'intenzione governativa di portare le spese per la Difesa dall'attuale target di 2% del Pil (circa 45 miliardi di euro all'anno) al 2,5% del Pil nel 2028 (cioè 61 miliardi di euro).
Ecco un link che consente di leggere e scaricare il documento:
https://www.milex.org/wp-content/uploads/2025/10/DPFP_2025-2.pdf
Quanto costerà in più?
Rispetto a uno scenario in cui la spesa restasse ferma al 2% del PIL, l'aumento deciso dal Governo comporterà quasi 23 miliardi di euro in più nel triennio. Ecco come si distribuisce questo incremento:
- **2026**: circa **3,5 miliardi** in più
- **2027**: oltre **7 miliardi** in più
- **2028**: oltre **12 miliardi** in più
Perché si parla di cifre diverse?
Alcune fonti parlano di **12 miliardi totali**, ma si riferiscono solo alla somma degli aumenti annuali (3,5 + 3,6 + 4,9 miliardi). Il calcolo qui presentato considera invece **l'intero impatto cumulativo** rispetto a uno scenario in cui la spesa fosse rimasta invariata, cioè al 2% del PIL.
Collegamento con gli obiettivi NATO
L'aumento è parte di un percorso per avvicinarsi ai nuovi standard NATO, che prevedono di arrivare al **3,5% + 1,5% del PIL entro il 2035**. Il Governo italiano ha scelto di iniziare l'aumento già dal 2026, invece di rimandarlo tutto all'ultimo anno. Questo rende possibile stimare con maggiore precisione l'impatto sulla spesa pubblica.
Riepilogando, l'analisi da fare non deve limitarsi a guardare gli aumenti anno per anno, ma considerare **l'effetto complessivo** rispetto al vecchio scenario programmatorio. È un modo più realistico per capire quanto costerà davvero l'allineamento agli standard NATO e quale sarà il peso sulla finanza pubblica italiana.
Le caratteristiche fondamentali delle spese per la difesa nella Legge di Bilancio 2026 in Italia ruotano attorno a un significativo incremento degli stanziamenti, con l'obiettivo di ammodernare lo strumento militare e potenziare settori tecnologici chiave, in linea con gli impegni NATO.




BRUXELLES, CONSIGLIO UE, 23 E 24 OTTOBRE 2025
Il vertice è stato convocato ad indicare, per l'Europa, la direzione dei prossimi mesi, in particolare nel campo della difesa militare, dove i Ventisette fanno propria la "Tabella di marcia per la prontezza" presentata dalla Commissione il 16 ottobre 2025.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato: "Le recenti minacce hanno dimostrato che l'Europa è a rischio. Dobbiamo proteggere ogni cittadino e centimetro quadrato del nostro territorio. E l'Europa deve rispondere con unità, solidarietà e determinazione. La tabella di marcia per la difesa di oggi presenta un piano chiaro con obiettivi condivisi e pietre miliari concrete sul nostro percorso verso il 2030. Perché solo ciò che viene misurato viene fatto. Passando dai piani all'azione, la tabella di marcia propone quattro iniziative faro europee: l'Iniziativa europea di difesa contro i droni, l'Oriental Flank Watch, lo scudo aereo europeo e lo scudo spaziale europeo. Ciò rafforzerà le nostre industrie della difesa, accelererà la produzione e manterrà il nostro sostegno di lunga data all'Ucraina."
Le conclusioni prevedono che il Consiglio europeo inviti i Paesi membri a organizzare entro fine anno gruppi di lavoro nei «settori prioritari» in modo da avviare progetti concreti sulle "iniziative faro" citate dalla Von der Leyen «già nella prima metà del 2026».
Secondo l'attuale governo UE, rafforzare la difesa dell'Europa significa anche stare saldamente con l'Ucraina nel suo sforzo bellico contro la Russia. L'appoggio viene ribadito alla presenza di Zelensky e passa per un 19esimo pacchetto di sanzioni già pronto con il "disco verde" appena ottenuto. In questo contesto, viene dato mandato alla Commissione di presentare una proposta sull'uso degli attivi dai depositi russi (circa 200 miliardi di euro) congelati presso EUROCLEAR, a Bruxelles. Il Belgio chiede garanzie rispetto ad eventuali ritorsioni di Putin.
Altro aspetto importante del vertice è relativo all'ambiente, per trovare al Green Deal un nuovo percorso che "concili con maggiore flessibilità ecologia ed economia". In ballo c'è l'obiettivo del 2040, entro il quale ridurre le emissioni nocive del 90%: il 3% di questa riduzione potrebbe essere raggiunto con progetti fatti in altri Paesi (non in Europa). Questa percentuale potrebbe anche aumentare per accontentare i Paesi europei (come l'Italia) che si lamentano che gli obiettivi per l'ambiente sono troppo costosi. Un altro argomento legato all'ambiente che sarà discusso è quello delle automobili. Alcuni governi sono ancora preoccupati per la data del 2035, anno in cui si vorrebbe vietare la vendita di auto con motori a benzina o diesel."
Un ultimo argomento riguarda le restrizioni all'export attuate dalla Cina, in particolare sulle terre rare. Nel canovaccio delle conclusioni si legge che «al fine di scoraggiare e contrastare le pratiche commerciali sleali, il Consiglio europeo invita la Commissione a fare un uso efficace di tutti gli strumenti eco nomici dell'Unione europea».
Focalizziamoci ora sul punto cruciale attinente al tentativo della UE per avere peso nella geopolitica del futuro. La "sicurezza" è la parola d'ordine della nuova Europa, e viene declinata in tutti i suoi aspetti, incluso quello, appunto, geopolitico attraverso il "piano di pace" presentato da dieci Paesi.
La proposta di pace è stata elaborata da un gruppo di Paesi europei in collaborazione con Kiev e, secondo le fonti, si tratterebbe di un "piano di pace in 12 punti" (e non 10).
Sebbene i termini esatti di tutti i 12 punti non siano stati resi pubblici integralmente in un unico documento ufficiale dell'UE, il suo obiettivo centrale è stato ampiamente riportato:
Pace lungo l'attuale linea del fronte: L'obiettivo è negoziare un cessate il fuoco e un accordo di pace basato sulle posizioni territoriali attuali.
Ruolo europeo attivo: La proposta serve a dare all'UE e all'Ucraina un ruolo proattivo nell'agenda della pace, specialmente in un momento in cui si profilano trattative che potrebbero coinvolgere direttamente Stati Uniti (Trump) e Russia (Putin).
Supervisione internazionale: Si ipotizza che l'attuazione del piano possa essere supervisionata da un comitato per la pace presieduto da una figura chiave, come il Presidente degli Stati Uniti.
Punti nodali della Proposta
Il piano sarebbe strutturato per affrontare le questioni chiave necessarie a congelare il conflitto, includendo:
Cessate il fuoco immediato.
Ritiro delle truppe.
Garanzie di sicurezza per l'Ucraina.
Sfruttamento degli asset russi congelati per la ricostruzione dell'Ucraina (un tema centrale discusso in questo Consiglio Europeo).
Sebbene l'Italia abbia presentato un proprio "Piano di pace in quattro punti" a maggio 2022 e sia un membro attivo che sostiene pienamente il percorso europeo dell'Ucraina, il nostro Paese non è stato esplicitamente menzionato tra i leader che hanno formalmente sottoscritto il documento iniziale di questo "piano di pace in 12 punti" congiunto UE-Kiev riportato dai media in questi giorni.
Tuttavia, il piano di 12 punti viene discusso al Consiglio Europeo in corso, il che implica un sostegno di principio da parte dell'Italia e di tutti gli Stati membri dell'UE agli obiettivi principali di una pace "giusta e duratura" per l'Ucraina, coerente con le linee del fronte attuali e con la pressione sanzionatoria sulla Russia.
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Riportiamo, perché rivestono interesse, le opinioni di Orban, così riassunte da Rai News 24:
"Bruxelles è un pericolo per l'Ungheria, ci vuole in guerra"
Per Orban, "l'Ue ha formato una propria coalizione di guerra e invia armi e denaro all'Ucraina. La morale cristiana e il buon senso esigono la pace. Siamo pronti a mediarla". Ha ripetuto la sua ferma opposizione all'adesione di Kiev all'Ue: "Non vogliamo un'unione con loro. Partenariato, sì. Alleanza, no", ha detto.
Per Orban "oggi, solo l'Ungheria si batte per la pace"...
Conclusioni del Consiglio europeo su difesa e sicurezza europee, 23 ottobre 2025
Le conclusioni, che caricano sulla Russia una "sfida esistenziale" rispetto alla UE, sono già state comunicate, e sono rinvenibili al link: https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2025/10/23/european-council-conclusions-on-european-defence-and-security/ -
In sintesi, la "tabella di marcia" deve essere resa operativa con il sostegno dell'Agenzia europea per la difesa (AED), sulla scorta della "bussola strategica". Bisogna concentrarsi su progetti concreti intesi a potenziare, in modo coordinato, gli sforzi congiunti degli Stati membri sulle capacità antidrone e di difesa aerea, in particolare sfruttando appieno gli strumenti SAFE ed EDIP. Gli investimenti nel settore della difesa verso uno sviluppo, una produzione e appalti congiunti, con il sostegno dell'AED, devono mobilitare allo scopo gli strumenti citati.
Una relazione annuale sulla prontezza alla difesa sarà elaborata dall'AED con il sostegno della Commissione e dell'alta rappresentante e presentata al Consiglio europeo. La relazione farà il punto sui progressi compiuti per colmare le carenze esistenti in termini di capacità, sulla scorta della revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD).
La Banca europea per gli investimenti (BEI) è chiamata a intensificare, semplificare e accelerare il suo sostegno alle capacità europee delle imprese nel settore di sicurezza e difesa.
Ecco il testo completo delle conclusioni:
III. DIFESA E SICUREZZA EUROPEE
11. Il Consiglio europeo ha fatto il punto sui lavori volti a potenziare in modo decisivo la prontezza dell'Europa alla difesa entro il 2030. Il Consiglio europeo ha confermato la sua determinazione a realizzare tale obiettivo a passo sostenuto e su vasta scala, in modo che l'Europa sia meglio attrezzata per agire e affrontare autonomamente, in modo coordinato e con un approccio a 360 gradi, le sfide e le minacce immediate e future. La guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e le sue ripercussioni sulla sicurezza europea e globale in un contesto in evoluzione costituiscono una sfida esistenziale per l'Unione europea.
12. A seguito della presentazione, da parte della Commissione e dell'alta rappresentante, della tabella di marcia sulla prontezza alla difesa europea per il 2030, il Consiglio europeo chiede che i lavori guidati dagli Stati membri su tutti i settori prioritari in materia di capacità individuati a livello dell'UE siano resi operativi, con il sostegno dell'Agenzia europea per la difesa (AED) e sulla base di un approccio globale coerente, nonché sulla scorta della bussola strategica, in modo che l'Europa sviluppi l'intera gamma delle moderne capacità necessarie, in piena coerenza con la NATO. Il Consiglio europeo riconosce i lavori già intrapresi dagli Stati membri e li invita a portare a termine il processo di formazione di coalizioni di capacità in tutti i settori prioritari entro la fine dell'anno e a portare avanti progetti concreti da varare nel primo semestre del 2026.
13. In questo modo, l'Unione ridurrà le sue dipendenze strategiche, affronterà le sue carenze in termini di capacità critiche e rafforzerà di conseguenza la base industriale e tecnologica di difesa europea in tutta l'Unione affinché sia in grado di assicurare una migliore fornitura di attrezzature nelle quantità e al ritmo necessari. Ciò contribuirà altresì a dare una spinta alla competitività industriale e tecnologica europea, anche per le PMI.
14. Il Consiglio europeo condanna la violazione dello spazio aereo di diversi Stati membri e sottolinea l'importanza di garantire la difesa di tutte le frontiere terrestri, aeree e marittime dell'UE. Le minacce immediate lungo il fianco orientale dell'UE e la fornitura di sostegno concreto agli Stati membri devono essere affrontati in via prioritaria.
15. Inoltre, considerando le minacce alle restanti frontiere dell'UE, il Consiglio europeo sottolinea l'importanza della loro difesa.
16. Alla luce dell'intensificarsi degli attacchi ibridi della Russia e della Bielorussia e delle recenti violazioni dello spazio aereo dell'UE, il Consiglio europeo sottolinea l'importanza di una stretta cooperazione tra gli Stati membri per rafforzare in modo globale le loro capacità di difesa e sicurezza. In tale contesto, è essenziale anche rafforzare la resilienza, la sicurezza e la protezione delle infrastrutture critiche, comprese le infrastrutture energetiche, digitali e sottomarine.
17. Il Consiglio europeo ritiene che, per rispondere alle esigenze e alle minacce più immediate, i lavori debbano concentrarsi segnatamente su progetti concreti intesi a potenziare, in modo coordinato, gli sforzi congiunti degli Stati membri per migliorare le loro capacità antidrone e di difesa aerea, in particolare sfruttando appieno gli strumenti SAFE ed EDIP e altri pertinenti strumenti finanziari esistenti.
18. Il Consiglio europeo chiede un'accelerazione dello sviluppo congiunto di risorse e servizi spaziali aventi scopi di sicurezza e di difesa, nonché la protezione delle risorse esistenti, comprese le risorse a duplice uso, alla luce della loro importanza per l'autonomia strategica dell'Europa.
19. Al fine di aumentare la capacità dell'industria europea della difesa, il Consiglio europeo invita gli Stati membri a orientare sempre di più gli investimenti nel settore della difesa verso uno sviluppo, una produzione e appalti congiunti, con il sostegno dell'AED, dal momento che l'aggregazione della domanda sulla base di requisiti standardizzati e le economie di scala sono fondamentali per offrire prevedibilità all'industria, ridurre i costi e favorire l'interoperabilità. Gli strumenti SAFE ed EDIP dovrebbero essere pienamente mobilitati a tale scopo. Il Consiglio europeo sottolinea l'importanza del corretto funzionamento e dell'ulteriore integrazione del mercato europeo della difesa in tutta l'Unione, anche per quanto riguarda l'accesso transfrontaliero alle catene di approvvigionamento della difesa, in particolare per le PMI e le società a media capitalizzazione.
20. Il Consiglio europeo sottolinea l'importanza di una stretta cooperazione con l'Ucraina, dell'integrazione dell'Ucraina nell'industria europea della difesa e del suo contributo alla stessa, segnatamente per quanto riguarda l'innovazione e la tecnologia d'avanguardia nel settore della difesa.
21. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di garantire una supervisione e un coordinamento politici efficaci per tenere traccia dei progressi compiuti, come anche di intensificare i lavori da parte dei ministri della Difesa in sede di Consiglio sulla prontezza dell'Europa alla difesa. Tali lavori prenderanno spunto da una relazione annuale sulla prontezza alla difesa, che sarà elaborata dall'AED con il sostegno della Commissione e dell'alta rappresentante e presentata al Consiglio europeo. La relazione farà il punto sui progressi compiuti per colmare le carenze esistenti in termini di capacità, sulla scorta della revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD).
22. Il Consiglio europeo invita il Consiglio a rafforzare l'Agenzia europea per la difesa affinché possa svolgere appieno il suo ruolo nel settore dello sviluppo, della ricerca e dell'acquisizione in materia di capacità di difesa, e a riferire in merito alle misure necessarie entro la fine del 2025.
23. Ricordando l'impegno a incrementare considerevolmente la spesa per la difesa e la sicurezza dell'Europa, il Consiglio europeo ha esaminato i lavori svolti sulle pertinenti opzioni di finanziamento e sulla cooperazione allo scopo di investire in modo più efficiente nel settore della difesa. Si compiace dei progressi compiuti dal marzo 2025 riguardo all'attivazione delle clausole di salvaguardia nazionali, al riesame intermedio della politica di coesione dell'UE e agli strumenti SAFE ed EDIP.
24. Il Consiglio europeo riconosce i progressi realizzati in merito all'omnibus sulla prontezza alla difesa, accoglie con favore i progressi in merito alla proposta sull'incentivazione degli investimenti nel settore della difesa nel bilancio dell'UE e auspica un rapido accordo entro la fine del 2025. Invita la Commissione a presentare quanto prima nuove proposte in materia di semplificazione.
25. Il Consiglio europeo si compiace inoltre degli sforzi compiuti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) per intensificare, semplificare e accelerare il suo sostegno alle capacità europee di sicurezza e difesa. Incoraggia il Gruppo BEI a vagliare ulteriormente modalità per finanziare le industrie e le imprese e aiutare le start-up a espandersi nel settore della sicurezza e della difesa in Europa.
26. Il Consiglio europeo sottolinea l'importanza delle tecnologie innovative e delle soluzioni dirompenti e invita la Commissione a presentare una tabella di marcia per la trasformazione dell'industria della difesa.
27. Il Consiglio europeo ribadisce l'invito alla Commissione e all'alta rappresentante a presentare ulteriori proposte per rafforzare la mobilità militare in tutta l'Unione.
28. Il Consiglio europeo ricorda l'importanza di collaborare con i partner accomunati dalle stesse idee, che condividono gli obiettivi dell'UE in materia di politica estera e di sicurezza.
29. Il Consiglio europeo ricorda che un'Unione europea più forte e capace nel settore della sicurezza e della difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla NATO, che, per gli Stati che ne sono membri, resta il fondamento della loro difesa collettiva.
30. Quanto precede fa salvo il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri e tiene conto degli interessi di tutti gli Stati membri in materia di sicurezza e di difesa, conformemente ai trattati.
31. Il Consiglio europeo continuerà a fornire orientamenti strategici e ad esaminare i progressi compiuti nell'attuazione dell'obiettivo della prontezza alla difesa.
INFO SU PRESERVING PEACE - DEFENCE READINESS ROADMAP 2030
La "Preserving Peace – Defence Readiness Roadmap 2030" (Tabella di marcia per la prontezza alla difesa 2030), presentata dalla Presidente Ursula von der Leyen e dall'Alto Rappresentante il 16 ottobre 2025, è il piano operativo e misurabile per tradurre l'ambizione strategica dell'Unione Europea in capacità militari concrete entro la fine del decennio.
I suoi obiettivi principali (o di Readiness) mirano a rafforzare la capacità dell'UE di prevenire, dissuadere e rispondere alle minacce su più domini.
Obiettivi di Readiness (Iniziative faro)
La Roadmap si concentra su quattro grandi Iniziative faro europee (Flagship Initiatives) per colmare rapidamente le lacune critiche in aree strategiche:
Iniziativa europea per la difesa dai droni (European Drone Defence Initiative): Mira a costruire un sistema coordinato per contrastare e dominare la guerra dei droni, a volte definita come la creazione di un "muro antidroni" a livello europeo.
Oriental flank watch (Sorveglianza del Fianco Orientale): Prevede il rafforzamento delle capacità di sorveglianza e deterrenza lungo il confine orientale e meridionale dell'UE, tramite sistemi multi-dominio (terra, aria, mare, spazio).
Scudo aereo europeo (European Air Shield): Finalizzato a potenziare le capacità di difesa aerea e antimissilistica del continente in modo coordinato tra gli Stati membri.
Scudo spaziale europeo (European Space Shield): dedicato alla protezione delle infrastrutture spaziali e delle comunicazioni strategiche dell'UE, essenziali per le operazioni militari moderne.
Altri obiettivi chiave:
Appalti e produzione congiunta: accelerare gli investimenti nel settore della difesa e promuovere l'acquisto congiunto di equipaggiamenti critici in nove aree (es. missili, munizioni, artiglieria, cyber) per ottenere economie di scala.
Base industriale tecnologica: rafforzare la Base Industriale e Tecnologica di Difesa Europea (EDIB), incrementando la produzione interna e riducendo la dipendenza da fornitori esterni per le tecnologie critiche.
Misurabilità: creare un sistema di governance e un Defence Readiness Report annuale per monitorare i progressi, gli investimenti e la cooperazione degli Stati membri ("solo ciò che viene misurato viene realizzato").
Raccordo con la Bussola strategica (Strategic compass)
La Tabella di marcia 2030 per la prontezza alla difesa si raccorda direttamente con la Bussola Strategica del 2022, ponendosi come lo strumento di attuazione e misurazione della strategia:
Documento Ruolo Obiettivo Temporale
Bussola Strategica (2022) Strategia: Definisce l'ambizione, le minacce e le lacune di capacità che l'UE deve affrontare. È il documento di orientamento iniziale. 2030
Tabella di Marcia (2025) Azione/Readiness: Trasforma l'ambizione strategica in obiettivi concreti, finanziamenti e scadenze misurabili (milestones). È la "Roadmap" per il riarmo e il rafforzamento delle capacità. 2030
Per riassumere e concludere, se la Bussola Strategica ha risposto alla domanda "Cosa dobbiamo essere in grado di fare?", la Tabella di Marcia risponde alla domanda "Come lo facciamo e quando?". L'obiettivo è trasformare il potere economico dell'Europa in una forza militare coesa e pronta ad agire (la "sicurezza" come nuova parola d'ordine geopolitica).
Parliamo di cifre
A livello europeo, le cifre degli investimenti militari sono enormi e in forte crescita, e il Consiglio Europeo del 23 ottobre 2025 ha avuto come focus proprio la necessità di concretizzare questi numeri.
La discussione non verte più solo sulla spesa totale, ma sulla qualità, coordinamento e destinazione industriale di tali fondi.
Cifre generali rilevanti
Le cifre chiave riguardano sia la spesa totale, in gran parte nazionale, sia gli obiettivi ambiziosi della Commissione:
Spesa totale di difesa UE (Previsione 2025): si prevede che la spesa totale per la difesa da parte dei 27 Stati membri raggiungerà circa 381 miliardi di euro nel 2025 (in aumento dai 343 miliardi di euro del 2024). Questa cifra supera per la prima volta l'obiettivo del $2% del PIL cumulativo UE.
Investimenti nella Difesa (Previsione 2025): gli investimenti (acquisti di equipaggiamenti e Ricerca & Sviluppo) dovrebbero raggiungere circa 130 miliardi di euro nel 2025 (rispetto ai 106 miliardi del 2024).
La cifra enorme del Piano UE
La Tabella di Marcia 2030 (e il piano più ampio noto come ReArm Europe / Readiness 2030) mira a mobilitare risorse gigantesche:
Obiettivo a lungo termine: il Commissario UE per la Difesa ha parlato di un investimento complessivo potenziale di circa 6.800 miliardi di euro entro il 2035 (in un periodo di 10 anni), di cui circa il 50% destinato a spese per la difesa effettiva. Gran parte di questi fondi saranno bilanci nazionali (gli stanziamenti UE rappresentano solo una frazione del totale).
Margine fiscale (SAFE): la Commissione ha anche proposto la creazione di un maggiore "margine di manovra fiscale" per gli Stati membri (tramite la clausola di difesa nel Patto di Stabilità) per incentivare l'investimento, con un potenziale di mobilitazione fino a 800 miliardi di euro nei prossimi anni.
Il Consiglio UE e gli aspetti quantitativi specifici
Il Consiglio Europeo del 23 ottobre si è concentrato sulla traduzione di queste cifre in azioni concrete e vincolanti attraverso la Tabella di Marcia 2030, in particolare su:
Obiettivi di appalto europeo: l'UE sta puntando a fissare l'obiettivo di assegnare almeno il $50\% degli appalti per materiali di difesa all'interno dell'Europa entro il 2030. Questo non è solo un obiettivo di spesa, ma un obiettivo di politica industriale.
Flessibilità di bilancio (Patto di stabilità): è stato discusso il meccanismo per l'introduzione della clausola di difesa nel nuovo Patto di Stabilità e Crescita. L'obiettivo è escludere le spese strategiche per la difesa dal calcolo del disavanzo (deficit), fino a un massimo (in discussione) che potrebbe essere dell'$1,5\% del PIL. Questo è cruciale perché permette agli Stati di spendere di più senza violare le regole fiscali.
Fondi per l'Ucraina: Si è discussa l'adozione del XIX pacchetto di sanzioni e il meccanismo per utilizzare i beni russi congelati per acquistare armi europee per Kiev (con un valore potenziale di 140 miliardi di euro come "prestito di riparazione"), un aspetto quantitativo molto preciso e urgente.
Il piano per riarmare l'Europa e le sue conseguenze
L'origine delle decisioni del Consiglio europeo di ottobre risalgono al piano chiamato "ReArm Europe" proposto dalla Commissione europea il 4 marzo 2025. Questo piano prevedeva una spesa militare aggiuntiva, al 2029, di 800 miliardi di euro da parte dei Paesi dell'Unione Europea (UE) .
"PRESERVING PEACE - DEFENCE READINESS ROADMAP 2030" è, nella sostanza, la fase di attuazione operativa e di dettaglio del più ampio e ambizioso "ReArm Europe Plan", rinominato oggi come Readiness 2030).
Il cambiamento di nome da "Riarmo" a "Mantenimento della pace" (Preserving peace) e "Prontezza Difensiva" riflette chiaramente un intento comunicativo volto a focalizzare l'attenzione sulla deterrenza e la preparazione, piuttosto che sull'aumento della spesa in sé, rispondendo alle possibili critiche pacifiste.
il piano ReArm Europe, in sintesi, ha stabilito quanto e come spendere (gli 800 miliardi e le modifiche fiscali), mentre la Roadmap 2030 ha stabilito su cosa spendere, creando l'architettura concreta (i progetti specifici) per arrivare alla "piena prontezza difensiva" entro la fine del decennio.
Per un riepilogo visivo sul concetto di prontezza difensiva europea, si può consultare questo video cliccando su: Strengthen peace in the European Union: Readiness 2030

Riassumiamo ora alcuni punti su questo orizzonte condiviso dalle élites del riarmo europeo ufficializzato dalla UE.
1. Come Verrebbe Finanziato?
Aumento del Debito: Il finanziamento avverrebbe principalmente aumentando il debito pubblico degli Stati membri, grazie agli incentivi proposti dalla Commissione.
Tagli ai Servizi: In un periodo in cui si chiede rigore nei bilanci (austerità), questo aumento di spesa comporterà inevitabilmente nuovi tagli a settori cruciali per i cittadini, come:
Welfare (assistenza sociale)
Sanità
Istruzione
Aiuti esterni e politiche ambientali e climatiche.
2. L'Impatto ambientale del riarmo
Inquinamento militare: Le forze armate a livello globale sono responsabili di circa il 5,5% delle emissioni di gas serra. Se fossero uno Stato, si posizionerebbero come il quarto maggiore emettitore al mondo (escludendo l'inquinamento causato dalla distruzione e ricostruzione post-bellica).
Previsioni nello studio: Un'analisi recente avverte che il riarmo pianificato dalla NATO potrebbe aumentare le emissioni di gas serra di quasi 200 milioni di tonnellate all'anno.
3. La strategia UE per l'industria bellica
Il piano non è improvviso, ma fa parte di una strategia UE che finanzia il settore degli armamenti dal 2017 in modo crescente:
Fase 1 (Ricerca): Inizialmente per ricerca e sviluppo di armi nuove o migliorate.
Fase 2 (Produzione): Successivamente per potenziare la capacità produttiva (a partire da munizioni e missili).
Fase 3 (Acquisto): Ora anche per dare sussidi agli Stati che acquistano armi e materiali militari congiuntamente.
Obiettivi ufficiali:
Sviluppare gli armamenti di prossima generazione (prepararsi alle guerre future).
Rafforzare l'industria militare europea per renderla più competitiva e capace di esportare armi sul mercato globale, anche a paesi in guerra o a regimi non democratici.
4. L'Espansione del riarmo oltre l'UE
I programmi di supporto al riarmo sono già aperti alla Norvegia e potrebbero presto includere Regno Unito e Svizzera.
L'UE sta persino pensando a partnership con la Turchia e altri paesi non europei.
Uso di fondi civili: Non solo sono stati creati fondi specifici per la guerra, ma si stanno usando sempre più fondi destinati originariamente a scopi civili (come il Fondo Europeo di Coesione per lo Sviluppo Regionale) per finanziare l'ampliamento o la creazione di nuove fabbriche di armi.
5. La Realtà della Spesa Militare Attuale
Aumenti record: La spesa militare è già aumentata moltissimo nell'ultimo decennio. Nel 2024, i 27 Paesi UE hanno speso complessivamente 370 miliardi di dollari, un aumento del 9,4% rispetto al 2023 e del 35% rispetto al 2020.
Superiorità attuale: L'UE e i Paesi NATO spendono già tre volte di più rispetto alla Russia. I soli 27 Paesi UE hanno una capacità militare (truppe e armamenti convenzionali) uguale o superiore a quella russa.
6. Il Rischio della "profezia che si autoavvera"
Il Dilemma della sicurezza: Attualmente, la probabilità di un attacco russo a un Paese UE o NATO è molto bassa. Il vero pericolo è che l'attuale corsa al riarmo europeo si trasformi in un meccanismo che genera la minaccia stessa. Questo è chiamato dilemma della sicurezza: ogni Paese vede il riarmo dell'altro come una minaccia e si sente obbligato a riarmarsi a sua volta, creando un ciclo infinito che può sfociare in un conflitto.
La Storia insegna: La storia ha dimostrato che la combinazione di rivalità tra potenze e una corsa agli armamenti è la via più veloce verso la guerra.
Appello finale dei Disarmisti esigenti
È fondamentale che i Paesi europei e l'UE interrompano questa corsa globale agli armamenti. È ora di investire tutte le risorse in mezzi nonviolenti per risolvere e prevenire i conflitti, adottando un nuovo approccio comune alla sicurezza in Europa. Di questo approccio fanno parte percorsi di transarmo verso modelli di difesa difensivi e di difesa nonviolenta. Le campagna della WAR RESISTERS INTERNATIONAL, nei vari Paesi, degli obiettori alle spese militari, dei Disarmisti esigenti in Italia, sono nate per promuovere questa visione e chiede il supporto attivo dei cittadini.