Il MANIFESTO ha deciso di dichiarare guerra alla Russia?

da parte di Alfonso Navarra - coordinatore dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org). Anche in vista delle Consultazione online domenica 24 agosto 2025. Il Sud del mondo può creare un nuovo ordine giuridico mondiale se comincia ad applicare a sé stesso il cambiamento che vuole vedere realizzato.
Incontro Zoom Sunday August 24, 17:45 - 19:45https://us06web.zoom.us/j/87437789035?pwd=TSqbIrHDf1bheawmGUx01JHqm2EwvZ.1
Non si sta, purtroppo, scherzando. Un editoriale, a commento del vertice in Alaska, che apre il giornale che fu fondato da Luigi Pintor, Lucio Magri e Rossana Rossanda fa impressione per il conformismo schematico dell'analisi. E' accaduto domenica 17 agosto. In sintesi, uno Zio Sam cartaceo (quale potrebbe essere un corrispettivo italiano?) ci invita -udite, udite! - a inviare truppe europee in Ucraina! Lunedì il giornale non esce. Ma oggi, 19 agosto, la cosa si è ripetuta in un altro editoriale, a commento del vertice alla Casa Bianca di ieri. Stessa collocazione, prima pagina in alto a sinistra, quindi nella massima centralità ufficiale. In sintesi, un avvertimento. Occhio che l'abbraccio con Mosca ci distrugge la democrazia!
Due articoli di apertura riflettono un atteggiamento che possiamo definire da: "Attenti al lupo Putin!". Gli spiragli di una tregua possibile in Ucraina sono del tutto ignorati. I toni allarmati sui "cedimenti" di Trump a Putin ci fanno alquanto preoccupare, noi che putiniani non siamo affatto. Ma, se possibile, gradiremmo che i nostri figli e nipoti non fossero chiamati ad arruolarsi, con il ritorno della leva obbligatoria (già decisa in Germania), nelle armate antirusse. E, ripetiamo, lo Zio Sam che ci punta il dito ammonitore e convocatore questa volta è, sorprendentemente, "il quotidiano dalla parte del torto".
Carta canta. Cominciamo con Domenica dove abbiamo avuto l'articolo di apertura a firma di Francesco Strazzari. Titolo: "L'AMICO RITROVATO VALE IL SACRIFICIO DEGLI ALLEATI". Ecco quanto leggiamo nella conclusione del pezzo:
"Trump ha dovuto scegliere tra Europa e Russia. Ha deciso di continuare a trattare gli europei come vassalli: viene chiesto loro un tributo (spesa militare), non certo un contributo a definire le questioni strategiche. (...) Forse, invece di impartire lezioni sui principi... gli europei potrebbero impegnarsi in questioni più realistiche : fra queste ... la democrazia e la società civile, il diritto di Kiev a un esercito sufficientemente grande da potersi difendere, l'accettazione russa di una presenza militare europea regolamentata sul suolo ucraino, l'impegno a mantenere scorte di armi da consegnare in caso di nuova invasione".
Oggi, sulla stessa linea, leggiamo quello che scrive Mario Ricciardi. Titolo: "PER LA CASA BIANCA C'E' ORMAI UNA SOLA RELAZIONE SPECIALE".
"(Vi è una differenza di fondo tra Reagan e Trump, quando si confrontavano con le loro controparti russe). Per il primo, Gorbachev era un avversario ideologico, e l'URSS l'incarnazione di un sistema politico che egli riteneva incompatibile con quello statunitense, e moralmente ripugnante. Per il secondo, invece, Putin è un possibile partner, e la Russia potenzialmente un posto dove fare affari. Per quanto di possa dire male di Reagan, è difficile attribuirgli progetti immobiliari a Mosca. (...) L'intreccio di interessi tra gli oligarchi russi e alcuni attori politici dei paesi occidentali si è rivelato uno degli aspetti più tossici - per la democrazia statunitense e per quelli di diversi paesi europei - dell'ultima fase della guerra fredda. In quegli anni e in quel clima di privatizzazione della politica, Trump ha costruito la propria fortuna e posto le premesse che gli hanno consentito di raggiungere la Casa Bianca. Questa è probabilmente la motivazione di fondo del suo atteggiamento accomodante nei confronti di Putin. (...) Nel mondo di Trump non vi sono conflitti ideologici ... ma solo partner più o meno convenienti. (...) Prima gli europei se ne renderanno conto, e meglio saranno in grado di affrontare una situazione internazionale che corre il rischio di avere conseguenze devastanti per ciò che rimane delle nostre democrazie".
Preso atto di quanto snocciolato nero su bianco, da "avantologo" terrei d'occhio il seguente scenario. Il PD, ormai allineato e coperto sulla linea Merz/Macron, ha attirato a sé il solito satellite di AVS e quindi il suo megafono mediatico (per il tramite di Landini e della CGIL). A questo punto diventa legittima la domanda: quanto resisterà il pacifismo abborracciato di Giuseppe Conte, noto per avere già allevato una nidiata di lobbisti delle armi?
Non crediamo però che molti, tra gli attivisti sociali, si daranno pena per queste, chiamiamole, sbavature. Per le nutrite minoranze piazzaiole, in cui la bandiera palestinese ha ormai sostituito la bandiera rossa, e per i leoni da tastiera social, è probabile che basteranno, a rassicurare sulla identità progressista e pacifista, le strizzatine d'occhio Pro Pal da parte del "campo largo"...
Riguardo al nostro storico quotidiano, prometto che non lo molleremo per verificare se effettivamente sta approdando a sponde armate, "in difesa delle democrazie contro le autocrazie". Intanto, per sì e per no, invitiamo i lettori più sensibili a domandare a Strazzari: ma la democrazia, quella vera, non sarebbe forse meno in pericolo se le ragazze e i ragazzi di oggi non fossero spediti a far la guerra per conto terzi?