idee e proposte dalla rassegna stampa di fine 2023

21.12.2023

27 dicembre 2023

Molto importante oggi la prima pagina de "il Fatto Quotidiano" e i servizio cui rimanda nelle pagine 6-7-8.

Verso il 2024. Dal Sudan a Kiev a Gaza. 

La guerra mondiale a pezzi (e invisibile).

Mentre Netanyahu preannuncia "mesi di guerra" e detta condizioni di pace impossibili, sono almeno 50 i focolai di conflitto nel mondo con milioni di vittime tra morti e sfollati: molti durano da decenni, alcuni sono appena scoppiati.

Le idee che mi sono suggerite dalla lettura odierna dei giornali:

1- Dovremmo evitare di ripetere l'errore delle mobilitazioni Iraq del 2003: opporsi alle guerre dimenticandosi del sistema di guerra. Le guerre non vanno fermate quando sono partite, bisogna prevenirle: non vanno alimentate con una azione preventiva pianificata dall'intelligenza strategica. Non "cessate il fuoco", quindi, esortazione rivolta a terzi, bensì "non alimentiamo il fuoco", impegno preso da noi stessi che rientra nelle nostre effettive possibilità di incidere ...

2- Contro il proprio, avversato, inviso, "Potere", scatta l'impulso a delegare la rivoluzione  al popolo oppresso che prende le armi contro il nemico: l'imperialismo unico, appunto, identificato nel capitalismo occidentale a egemonia americana. "A chi si mobilita importa poco dei palestinesi, importa più della ribellione affidata al campione di turno della sognata liberazione". Ci si oppone alle guerre dell'imperialismo ma non alle "guerre popolari di liberazione". Ci si oppone alle guerre "ingiuste" ma non alle guerre reputate "giuste". Questo può essere chiamato "pacifismo" nell'epoca in cui, oltretutto, per stessa ammissione di Papa Francesco, non esistono più guerre giuste (se mai ve ne fossero state, perché bisogna sapere distinguere il "necessario" dal "giusto")?

3- Ma questo schema ideologico è dei "caldi" che non dovrebbero caratterizzarsi - è uno sforzo difficile per essi - come scontate e manipolabili "teste calde". (La sociologia di Alberto L'Abate, il promotore della prima Università della Pace in Italia, articola i gruppi umani in "caldi", "tiepidi" e freddi"). L'opinione pubblica ha sentimenti pacifici ed è contraria a coinvolgimenti militaristici e bellici. Al tempo stesso ha disgraziatamente paura dell'"invasione degli immigrati" ed in particolare della "sostituzione etnica" che potrebbe essere realizzata, nella psicosi collettiva, dai musulmani. La situazione è complessa e sposare acriticamente la "resistenza palestinese" porta alla sconfitta perché il debole fascismo islamista finirà per comportarsi secondo la sua natura di brutalità terroristica. Lo scorpione Hamas, sponsorizzato da Iran e Qatar, finisce per pungere la rana che lo trasporta... 

Si veda su Repubblica del 28 settembre 2023 Ilvo Diamanti che riferisce del sondaggio effettuato da Demos: 

Dopo il Covid torna la paura dello straniero. Due terzi degli italiani per le frontiere chiuse

L'immigrazione da tempo non era più considerata un serio problema "oscurata" da altri temi: la pandemia e la guerra in Ucraina. Il 45% degli intervistati ritiene che ci sia un rischio per la sicurezza. Gli elettori di FdI e Forza Italia sono più intransigenti rispetto ai leghisti.

4- Lo schema ideologico imperialismo vs popoli oppressi va sostituito, dopo decenni di comprovata falsità, con quello ideale sistema della potenza e della guerra vs umanità cooperante nella terrestrità. Il terreno della lotta armata non va esaltato ma abbandonato. "La nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere". Occorre insomma un vero movimento per la pace, non il surrogato no-war che sta scendendo in campo... A proposito: oggi (27 dicembre 2023) su il Manifesto una intero paginone è dedicato a un vecchio presunto campione della liberazione degli oppressi. Si tratta del Fronte Sandinista in Nicaragua che con Daniel Ortega ha instaurato un brutale e grottesco regime. Gianni Beretta nel suo articolo ricorda che "la rivolta popolare del 2018 fu soffocata nel sangue con un bilancio di 350 morti e duemila feriti". La vicenda narrata è quella di "Miss Universo in esilio" e l'attacco del pezzo è il seguente: "Neanche il realismo magico di Gabriel Garcia Marquez sarebbe potuto arrivare a tanto. In poco più di un mese è accaduto di tutto in Nicaragua, con l'inaspettata attribuzione alla 23enne Sheynnis Palacios del titolo di "Miss Universo". L'articolo è integralmente sotto riportato.

5- I complessi militari industriali (notare il plurale) sono giustamente messi sotto accusa da Papa Francesco quando si scaglia contro i fabbricanti di armi. Ma la loro sete di profitto non è l'unica causa delle guerre e forse nemmeno la principale. Finché ci sono (piccole) guerre c'è speranza per loro, ma le guerre grandi (vedi Prima e Seconda guerra mondiale) possono fare crollare il loro stesso potere. Comunque la lotta contro il sistema di guerra ha come bersaglio le spese militari e la produzione e il commercio delle armi: si costruisce un'arma pensando di usarla per uccidere. La sicurezza è affidata al potere distruttivo minacciato e organizzato. Questa non è una base solida, anzi è una illusione suicida in periodo di corsa agli armamenti nucleari....

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https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/12/27/la-guerra-mondiale-a-pezzi-che-nessuno-vede/7394049/

La guerra mondiale a pezzi (che nessuno vede)

VERSO IL 2024 - Conflitti che durano da decenni o appena scoppiati, con l'Onu impotente e i "grandi" leader che hanno smesso di occuparsene

Estratto del pezzo

(...) Uscendo dalla prospettiva occidentale, i conflitti ad alta e bassa intensità sono una 70ina, 50 circa i fronti in fiamme, con una concentrazione maggiore in Africa, Medio Oriente e asia.

Questi i più violenti e con un maggior impatto nelle rispettive regioni.

NAGORNO-KARABAKH

YEMEN

SIRIA

MYANMAR

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

SUDAN

SUD SUDAN

SOMALIA 

SAHEL

Per fare solo l'esempio dello Yemen, secondo stime del 2021, le vittime del conflitto erano almeno 377mila, mentre l'ONU ha calcolato che nel 2023 siano 21,6 milioni, inclusi 13 milioni di bambini, gli yemeniti senza cibo, assistenza e infrastrutture di base.


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https://ilmanifesto.it/miss-universo-in-esilio

Miss Universo in esilio

Il regime orteguista si è felicitato per l'elezione della 23enne Sheynnis Palacios. Poi si è accorto che l'aveva schedata come «oppositrice». In festa i giovani che guidarono la ribellione del 2018

Gianni Beretta (il Manifesto - 27 dicembre 2023 pagina 16 edizione cartacea)

Neanche il realismo magico di Gabriel Garcìa Màrquez sarebbe potuto arrivare a tanto. In poco più di un mese è accaduto di tutto in Nicaragua, con l'inaspettata attribuzione alla 23enne Sheynnis Palacios del titolo di "Miss Universo". A cominciare dallo spiazzante annuncio in diretta tv (dalla vicina San Salvador) con i nicas che si riversavano in massa per le strade di tutto il paese per festeggiare con balli, urla e pianti l'evento, in una sorta d'irrefrenabile quanto liberatoria euforia. Sfidando le drastiche proibizioni poliziesche di manifestare in vigore dal 2018 quando la rivolta popolare antiregime di quei tre fatali mesi fu soffocata nel sangue con un bilancio di 350 morti e duemila feriti.

Rosario Murillo

Assistiamo a tentativi di manipolazione del meritato trionfo di una bella ragazza. Si tratta di malvagia comunicazione terroristica di vampiri
PALACIOS FU FOTOGRAFATA allora mentre sventolava una bandiera bianca e azzurra nazionale (assurta oggi a simbolo di resistenza). Ma soprattutto apparve cantando Nicaragua, Nicaraguita al fianco del cantautore per eccellenza del decennio rivoluzionario: Carlos Mejia Godoy (oggi in esilio a San Francisco), autore pure dello storico inno del Fronte Sandinista. La giovane mantenne in seguito un profilo piuttosto basso. Fino a riproporsi con orgoglio quest'anno con tanto di laurea in Comunicazione sociale, giusto poco prima della clamorosa chiusura e confisca dell'Università Centroamericana dei gesuiti che frequentava.

Il titolo conferito a Sheynnis costituisce una sorta di riscatto per gli studenti nicaraguensi che guidarono quella ribellione, gran parte dei quali sono stati costretti a lasciare il paese. Figlia di una ragazza madre, si manteneva grazie a una borsa di studio e vendendo buñuelos (tipico dolce casereccio locale).

DANIEL ORTEGA e la copresidente (oltre che consorte) Rosario Murillo in un primo momento non hanno potuto che abbozzare uno stentato «il Nicaragua è in festa con la sua Regina»; oltre a inviare un messaggio di felicitazioni ai suoi familiari tramite l'altrettanto giovane sindaca di Managua. Salvo scoprire a posteriori che già prima dell'imprevedibile verdetto, avevano disposto che Palacios non potesse più fare ritorno nel proprio paese. Con tanto di avviso alla compagnia aerea Avianca (poi prontamente rimosso). Come è accaduto del resto in questi cinque anni a centinaia fra oppositori, giornalisti, attivisti sociali e religiosi nicaraguensi recatisi all'estero.

Non solo. Il Canal 13, di proprietà di tre dei figli della coppia presidenziale, aveva definito spregiativamente la candidata nicaraguense (in trasmissioni dei giorni precedenti, subito cancellate) come Miss Buñuelo, Miss Tranquera (barricadiera) e persino Miss Covid.

DI LÌ A POCO MURILLO ha iniziato col mettere le mani avanti di fronte ai «tentativi di manipolazione del meritato trionfo di una bella ragazza». A farne per prima le spese, da capro espiatorio, è toccato a Karen Celebertti, proprietaria del marchio Miss Nicaragua, che al rientro all'aeroporto capitalino è stata rimessa sull'aereo (con destino Città del Messico) e privata seduta stante della nazionalità per «tradimento alla patria», accusata di aver manipolato il concorso «in favore di oppositrici del governo, convertendolo in un'imboscata politica finanziata da agenti stranieri». Ma prima ancora suo marito e il figlio, tornati per primi da San Salvador, erano stati tradotti direttamente in carcere. Con loro portavano i voluminosi bagagli di Sheynnis (perquisiti dagli agenti). Mentre la premiata si è trasferita direttamente a New York per prendere possesso per un anno (come da protocollo) dell'appartamento di Miss Universo. Non senza inviare prima un messaggio solidale all'«amica» Karen e dichiarandosi «onorata di rappresentare il paese nel resto del mondo».

A nulla è servito, al momento, che Celebertti abbia rinunciato alla titolarità della griffe di Miss Nicaragua. L'erede designata dovrebbe essere nientemeno che la nuora degli Ortega, Xiomara Blandino (ex Miss Nicaragua 2007, quando già Celebertti dirigeva la kermesse) accasata con il loro figlio Juan Carlos, a sua volta direttore del Canal 8.

TUTTO SAREBBE ORA RIENTRATO nei ranghi in Nicaragua, compresa la riverniciatura imposta dalla polizia di un murale a Estelì che riproduceva la nuova Miss Universo. Ma il caso ha assunto una tale risonanza internazionale da scatenare le ire furibonde di Murillo, che in uno dei suoi grotteschi discorsi radio quotidiani del mezzogiorno, ha parlato di «malvagia comunicazione terroristica di vampiri». La bruja (strega) o papessa, come la chiamano laggiù, aveva appena finito di "normalizzare" l'ultimo baluardo indipendente del paese, la Chiesa cattolica, vietando le messe nei cimiteri nel giorno dei morti e le processioni per la festa della "Purissima" (8 dicembre). Lei antiabortista, con una trentina di anelli alle dita (ognuno contro un malocchio differente) che tiene sotto ricatto il marito per averlo coperto dalle accuse della figliastra Zoilamerica per abusi subiti da bambina.

OSSESSIONATA dalle crepe interne del regime che l'hanno portata il mese scorso a destituire ben 900 funzionari della Corte suprema, a partire dalla sua presidente. Che ha appena cacciato dal paese la Croce Rossa Internazionale. E che deve far fronte alle critiche di esiliati sandinisti di prim'ordine come il Premio Cervantes Sergio Ramirez, o la Premio Poesia Iberoamericana Gioconda Belli (entrambi a Madrid) o ancora della mitica comandante guerrillera Dora Maria Tellez (negli Usa); tutti privati della cittadinanza nicaraguense nonché espropriati dei propri beni.

Mentre Vilma Nuñez (ai domiciliari, per dirigere la commissione dei diritti umani) e il vescovo Rolando Àlvarez (raggiunto in carcere proprio l'altro giorno da un altro prelato, monsignor Isidoro Mora) sono stati tra i finalisti del recente Premio Sakarov del Parlamento Europeo. Ci mancava solo Miss Nicaragua incoronata Miss Universo…

LEI HA DETTO di non avere timore di tornare in Nicaragua. Ammesso che la facciano rientrare. Imprigionarla sarebbe il colmo. Ma anche impedire una sua visita sarebbe assai imbarazzante. Di certo è in corso una trattativa su eventualmente il quando, il che dire e il che fare.

Sta di fatto che Sheynnis Palacios, senza averlo cercato, è diventata un emblema della resistenza al regime orteguista.

Di certo col suo ultimo vestito dai colori bianco e azzurro della bandiera nazionale sarà in antitesi all'altro bicolore rosso/nero del Frente Sandinista di Liberación Nacional, un tempo sinonimo di lotta rivoluzionaria. E che oggi vediamo misteriosamente abbinato all'"insolito" ambasciatore del Nicaragua in Spagna (oltre che in Grecia, Slovacchia, Cechia e Andorra) Maurizio Gelli: figlio di quel "venerabile" Licio che ricevette direttamente dalle mani del dittatore Francisco Franco l'onoreficenza di primo e più giovane legionario fascista italiano. Ma, come se non bastasse, abbinato pure al nipote del capo piduista (figlio di Maurizio) che si chiama Licio come il nonno, ambasciatore degli Ortega/Murillo a Montevideo. 


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